Perché dovresti monitorare gli episodi di dolore?
Nonostante la disponibilità di trattamenti efficaci, in molti casi il dolore oncologico non è adeguatamente trattato e controllato. Ma il dolore da cancro non dovrebbe essere sopportato perché la mancanza di un efficace controllo del dolore può influire negativamente sugli esiti del trattamento e sulla qualità della vita. Inoltre, la persistenza di uno stimolo doloroso può provocare alterazioni dell'impulso nervoso, tendendo a rafforzarlo e rendendolo meno curabile.
Esiste anche una dimensione psicologica del dolore fisico (paura, impotenza) che lo aggrava ed estende le conseguenze del dolore acuto oltre i minuti di ogni episodio. AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) evidenzia il ruolo del dolore nella vita del malato di cancro introducendo il concetto di "dolore totale". Il dolore totale è inteso come la sofferenza non solo del paziente ma anche della sua famiglia nel corso della malattia.
Ogni persona e la sua malattia sono uniche. I medici sanno bene che ognuno sperimenta il dolore in modo diverso e che non esiste una soglia di tolleranza comune. Imparare a capire il tuo dolore e stabilire una comunicazione continua ed efficace con i tuoi medici può contribuire notevolmente alla loro capacità d’intervenire alleviando la sofferenza sia fisica che psicologica.
Per questi motivi, è importante chiedere sollievo dal dolore e impegnarsi attivamente nell'identificazione e nella gestione del dolore. Il primo passo necessario è conoscere il tuo dolore e fornire ai tuoi medici tutte le informazioni che permettano loro di capirlo.
È fondamentale capire che il dolore non è una conseguenza inevitabile da sopportare, ma può essere gestito e controllato in ogni fase della malattia. Attualmente ci sono molte opzioni di trattamento che consentono di controllare il dolore e renderlo sopportabile. La scelta del trattamento appropriato e più efficace può comportare il passaggio da una molecola all'altra e la modifica del dosaggio nel tempo per seguire l'evoluzione della propria condizione, modifiche che è necessario apportare in piena collaborazione con i propri medici.